Permeabilità intestinale, tiroide e celiachia
Nella rivista “Digestive Diseases and Sciences”, un numero significativo di pazienti con malattie autoimmuni della tiroide tipo la Tiroidite di Hashimoto o il Morbo di Flajani Basedow Graves avrebbe maggiore probabilità di avere come co-morbilità la Malattia Celiaca .
La celiachia è una malattia che porta l’intestino a reagire in maniera anomala nei confronti del glutine, una proteina presente in grano, segale, orzo, avena, farro, kamut, e altri cereali correlati.
La malattia rende difficile per il corpo assorbire correttamente le sostanze nutritive dagli alimenti. I sintomi includono varie difficoltà intestinali, gonfiore addominale ricorrente e dolori, nausea, anemia, gas, intorpidimento e formicolio alle gambe, ferite all’interno della bocca, eruzioni cutanee dolorose su gomiti, ginocchia e glutei, crampi, orticaria, dolori articolari / muscolari, diarrea e costipazione.
Se non curata, la celiachia aumenta più del doppio il rischio di contrarre tumore dello stomaco.
Alla base dello sviluppo della malattia celiaca c’è l’ereditarietà, infatti la condizione corre spesso nelle famiglie.
Alcuni medici teorizzano che la celiachia possa essere attivata dopo l’infezione da un tipo di virus che biologicamente assomiglia alle proteine del glutine. Dopo l’infezione, il corpo non distingue più tra il virus e la proteina reagendo contro di essa.
Oltre alle infezioni virali, la malattia celiaca si può manifestare in soggetti sensibili a seguito di gravidanza, grave stress o traumi fisici. E’ inoltre più comune tra le persone con diabete di tipo 1.
Per la diagnosi di celiachia generalmente vengono prescritti esami del sangue per misurare i livelli di anticorpi verso il glutine. Questi anticorpi sono chiamati anti-gliadina, anti-endomisio e anti-transglutaminasi.
La diagnosi preliminare di malattia celiaca può essere poi confermata dagli effetti della dieta senza glutine o, nei casi più estremi, da una biopsia intestinale.
Attualmente l’unico trattamento reale per la celiachia è il rispetto rigoroso per tutta la vita di una dieta priva di glutine. In questo modo è possibile prevenire quasi tutte le complicanze causate dalla malattia.
Nello studio i ricercatori hanno studiato 172 pazienti con malattie autoimmuni della tiroide e due gruppi di controllo, scoprendo che il 3,4% dei pazienti con tiroidite autoimmune ha avuto la malattia celiaca, mentre la prevalenza era solo dello 0,6% dello 0,25% nei gruppi di controllo. Lo studio ha anche rilevato che la celiachia non diagnosticata può effettivamente attivare il processo che porta ad una patologia su base autoimmune. Nelle loro conclusioni hanno scritto: “Siamo convinti che la malattia celiaca non diagnosticata attivi alcuni meccanismi immunologici ancora sconosciuti in pazienti celiaci non trattati, portando alla sintesi di autoanticorpi organo-specifici».
Di interesse per i pazienti affetti da tiroiditi su base autoimmune è che “I ricercatori hanno scoperto che gli autoanticorpi organo-specifici (ad esempio, anticorpi anti-tiroide) scompaiono dopo circa 3 -6 mesi di una dieta priva di glutine.”
Si tratta di informazioni importanti per questi pazienti i quali tipicamente si sentono dire che nulla si può fare per ridurre i livelli di anticorpi, o per migliorare l’aspetto “autoimmune” della loro condizione tiroidea.
Mentre alcuni libri hanno confermato in senso generale l’impatto della dieta e dell’alimentazione sui livelli di anticorpi, questa ricerca dimostra scientificamente come la dieta ha un ruolo importante nelle reazioni autoimmuni e come la gestione del paziente con patologia tiroidea autoimmune come sosteniamo da sempre non può limitarsi ad una bieca prescizione o non prescrizione di Ormone Tiroideo.
Fabrizio Angelini – Francesca Vannini
Fonte: The Celiac/Autoimmune Thyroid Connection
Research links Celiac Sprue Gluten-Intolerance to autoimmune thyroid disease
Considerato una delle 10 sostanze terapeutiche naturali più efficaci del mondo, il Ganoderma ha anche la capacità di rigenerare la mucosa intestinale e di ripristinare una corretta flora intestinale. In questo modo, si rende utile nel trattamento delle disbiosi con conseguenti alterazioni infiammatorie della mucosa (LeakyGutSyndrome).
La nostra ganoterapeuta consiglia:
- Contribuisce alla ricostruzione della mucosa intestinale nei casi di allergie alimentari o disbiosi intestinale, evitando che gli allergeni oltrepassino la parete intestinale;
- Dovrebbe essere sempre utilizzato come base nelle terapie allergiche.
- Riduce il rilascio delle istamine;
- Possiede un’azione simile a quella del cortisone riducendo l’infiammazione di pelle e mucose;
- Assicura al nostro organismo una buona ossigenazione, grazie alla presenza del Germanio, importante nei casi d’asma cronica;
- Modula il sistema immunologico;
- Tonifica il cuore e aumenta la resistenza fisica;
- Supporta il fegato nella sua funzione disintossicante;
- Svolge un’azione sedativa del sistema nervoso, aiutando a tollerare meglio lo stress senza però ridurre la concentrazione.
CARRELLO |
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