il dottor Prandelli ci mostra nel Video le proprietà del fungo Cordyceps sinens
Un vero e proprio super alimento : IL CORDYCEPS SINENSIS
Sin dagli albori delle prassi di guarigione degli sciamani, risalenti a
oltre 50.000 anni fa, l’umanità è alla ricerca di ingredienti guaritivi allo scopo di preparare la panacea
definitiva – una cura universale. Fra gli ingredienti più ricercati vi era il
Cordyceps, una sostanza venerata ad un punto tale che nell’antica Cina il suo
uso era riservato esclusivamente alla famiglia reale. Le analisi chimiche hanno
dimostrato che le sue presunte straordinarie proprietà sono molto più che
frutto di superstizione o semplice folclore.
Il Cordyceps sinensis è una nuova generazione di fungo attualmente
utilizzato dall’industria farmaceutica, nonchè come integratore dietetico dai
consumatori maggiormente informati che sono alla ricerca di alternative ai
trattamenti più convenzionali per cancro, AIDS e una vasta gamma di altri
problemi di salute e connessi al sistema immunitario.
La FDA (Food and Drug Administration, ente statunitense preposto al
controllo alimentare e farmacologico, ndt) considera il Cordyceps un
“alimento”, peraltro classificato come “generalmente riconosciuto come sicuro”
(GRAS). Ricercatori in numero sempre crescente ora lo considerano un
“super-alimento” includibile in quasi ogni regime dietetico. Per quale motivo,
dunque, tali funghi ‘riscoperti’ vengono ora considerati alla stregua di
super-alimenti?
Questi funghi medicinali sono estremamente ricchi tanto di beta-glucani,
riconosciuti di ausilio nelle terapie contro il cancro, quanto di
polisaccaridi; questi ultimi sono lunghe catene di zuccheri con all’interno
numerose sezioni di ossigeno e, quando scomposti dall’organismo, le molecole di ossigeno
vengono rilasciate e assorbite a livello cellulare. Sappiamo che il cancro in
tutte le sue forme non è in grado di sussistere in un ambiente ricco di
ossigeno e che, privo di adeguati livelli di ossigeno, l’organismo si ritrova a
precipitare in stati degenerativi che favoriscono cancro, cardiopatie,
disordini immunitari e diabete, e che inoltre consentono a numerose malattie
virali quali epatite C, morbo di Lyme ed altre di attecchire.
La chiave è come somministrare ossigeno all’organismo alivello
cellulare. Questa schiera di funghi medicinali comprende rinomati prodotti quali
Reishi, Maitake e Agaricus, ricchi di beta-glucani nonché note fonti di
ossigeno. La lista continua a crescere, con studi clinici che attualmente
includono oltre settanta specie di funghi, il più interessante dei quali è il
Cordyceps sinensis che cresce in Tibet a circa 16.000 piedi (4.877 metri) di
altitudine.
Il Cordyceps sinensis incrementa di quasi il ventotto per cento i
livelli di ATP (adenosina trifosfato) nell’organismo. L’ATP costituisce la
fonte di energia del corpo – la batteria dell’organismo, per così dire – ed è
necessaria per tutti i processi enzimatici. Si ritiene inoltre che l’ATP sia il
‘luogo’ in cui si verificano i processi di fusione fredda (“gas di Brown”) a
livello molecolare. Sebbene il concetto di fusione fredda a livello molecolare
non sia l’argomento del presente articolo, è mia opinione che essa sia la
radice degli scambi di energia biologica, il che verrà trattato in scritti di
prossima realizzazione. Il solo impatto sullo stato energetico renderebbe
questo fungo un vero super-alimento, nondimeno vi è altro da tenere in
considerazione.
Quello che rende il Cordyceps importante nel trattamento del cancro è il
fatto che contiene beta-glucani e polisaccaridi. Quando gli zuccheri si
scompongono, le numerose molecole di ossigeno vengono rilasciate a livello
cellulare, con il risultato che i materiali cancerosi presenti vengono
immediatamente distrutti. La cordicepina, uno dei composti bersaglio
(nucleosidi), inibisce il meccanismo di riparazione del DNA ed è probabilmente
responsabile dei suoi effetti antivirali (HVI).
Chimiche a spettro intero
Al giorno d’oggi nel campo dei funghi medicinali regna molta confusione
per quanto concerne quale forma di prodotto fungino sia la migliore da
impiegare. Vari componenti del fungo sono stati utilizzati come composti
separati. Il responsabile delle proprietà del fungo è il corpo fruttifero, il
micelio o un estratto standardizzato in base a un qualche specifico composto?
Tale questione non è così ovvia come potrebbe sembrare.
Corpo fruttifero. Si tratta del fungo che si vede spuntare dal terreno,
la parte che produce le spore implicata nella riproduzione; sostanzialmente il
corpo fruttifero si forma soltanto in risposta a una qualche sollecitazione
dell’ambiente.
Micelio. Si tratta della forma di crescita dell’organismo al di sotto
del terreno, dove avvengono tutti i processi della vita: crescita, nutrimento,
competizione della vita ed alcune forme di riproduzione.
Brodo di coltura. Nei prodotti fungini coltivati il processo di crescita
del micelio può essere indotto o tramite fermentaione all’interno di una vasca
piena di “brodo” liquido, oppure su un solido substrato di qualche materiale
presente nelle condizioni di crescita naturali.
Per la produzione di numerosi farmaci ed integratori ricavati dai
funghi, i composti non vengono estratti dal micelio, bensì dal brodo in cui
quest’ultimo viene coltivato. Ad esempio, dal fungo Shiitake si ricavano vari
prodotti farmaceutici: la lentinina dal corpo fruttifero; LEM dal micelio e
KS-2 dal brodo di coltura residuo, un composto extracellulare.
L’estrazione della lentinina dai funghi Shiitake è un processo chimico
alquanto semplice. Ma che dire di un altro composto presente nel Shiitake,
denominato eritadenina? Tale composto è di ausilio nel trattamento di livelli elevati
di colesterolo, mentre la lentinina viene utilizzata nel trattamento del
cancro.
Se si estraggono composti del Shiitake impiegando acqua calda e quindi
alcol per far precipitare la frazione dei polisaccaridi, la lentinina risulta
concentrata ed il prodotto derivante risulta a sua volta efficace nel
trattamento del cancro o per la stimolazione del sistema immunitario. Ad ogni
modo, con tale procedimento va persa l’eritadenina e l’estratto non manifesta
alcun effetto sul colesterolo del sangue.
Di conseguenza, anche se un prodotto derivato dallo Shiitake grezzo
presenta una grande efficacia nel trattamento del colesterolo alto, l’”estratto
standardizzato” attualmente disponibile risulta inutile a tale scopo.
Qual’è, dunque, il prodotto di maggior pregio: lo Shiitake grezzo a
spettro intero oppure l’estratto standardizzato? La risposta è nessuno dei due
o entrambi; in realtà dipende da quel che ci si propone di ottenere con
l’integratore.
Per un generico utilizzo di integratori a scopo di mantenimento della
salute, il prodotto migliore è quello che presenta la massima efficacia per una
vasta gamma di condizioni. In questo esempio, ha molto più senso impiegare
un’intero spettro di prodotti – il corpo fruttifero, il micelio ed il brodo.
La precisione teutonica ha inaugurato la concezione di estratti
standardizzati, tuttavia ora stiamo iniziando a comprendere che le chimiche
miste rivestono un ruolo più importante rispetto all’efficacia rispetto
all’efficacia del modo in cui chimiche non correlate potrebbero determinare
risultati specifici. Si tratta di una forma complessa non ancora compresa
appieno, che comunque produce esiti clinici non conseguibili con estratti
standardizzati.
Nel complesso i funghi medicinali vengono utilizzati in forma di
estratti per i loro potentissimi ed efficacissimi prodotti e ricette, che
tuttavia sono estratti assai specifici e mirati, realizzati per il particolare
scopo di concentrare specifici composti.. Inoltre, è proprio in virtù del fatto
che questi composti chimici vengono prodotti in forma di estratti che
all’industria farmaceutica è consentito detenere i brevetti. Gli alimenti
naturali non sono brevettabili.
Nei funghi medicinali sono presenti due categorie di composti bioattivi:
I polissaccaridi, che comprendono la maggior parte dei composti
medicinali, sono solubili in acqua calda ma non in alcol; la ben nota azione
immunostimolante dei funghi attiene a tale classe di composti. Se si è alla
ricerca di un’azione di immunomodulazione, allora non vanno usati estratti
all’alcol, in quanto risulteranno inefficaci.
I nucleosidi, altra classe di composti, sono solubili in solventi non
polari quali alcol ed esano. In genere, rispetto ai polisaccaridi, tali
composti hanno minore dimensione molecolare e risultano più specifici nella
loro azione. Nucleosidi, desossinucleosidi e la maggior parte dei nostri
antibiotici e antimicrobici rientrano in questa categoria
Benefici per la salute e studi clinici
Le proprietà medicinali del Cordyceps sono ragguardevoli. Nella medicina
tradizionale cinese l’impiego principale del Cordyceps ha riguardato il
trattamento dell’asma ed altre affezioni bronchiali. Ora la moderna ricerca
avvalora l’efficacia di questi antichi utilizzi.
Gran parte di quanto si sa in Occidente a proposito del Cordyceps
sinensis è merito dell’opera del Dr. Georges Halpern, medico e professore
emerito presso l’Università di Hong Kong, nonché autore di svariati libri
concernenti il Cordyceps.
Uno dei punti culminanti della moderna ricerca è stato la scoperta di
nuovi antibiotici presenti nel fungo, uno dei quali, la cordicepina, è assai
efficace contro tutti i tipi di batteri che hanno sviluppato, o stanno
sviluppando, resistenza ad altri più comuni antibiotici (come la penicillina,
un prodotto fungino!).
Il Cordyceps risulta particolarmente efficace contro tubercolosi, lebbra
e leucemia umana, così come rilevato in numerosi test condotti in Cina,
Giappone ed altrove.
Di seguito sono delineati alcuni ulteriori benefici del Cordyceps per la
salute.
Incrementa la resitenza fisica. La più nota azione medica del Cordyceps
sinensis concerne l’incremento della capacità di resistenza fisica. Nel 1993,
la Chinese National Games sottopose questo fungo all’attenzione delle autorità
sportive internazionali. Un gruppo composto da nove atlete, la quali avevano
assunto il Cordyceps, polverizzò nove record mondiali. Vi sono stati molti
rapporti a riguardo di strabilianti miglioramenti della performance in vari
sport dovuti all’assunzione di Cordyceps, e persino colloqui volti a bandire il
Cordyceps dall’ambito delle discipline sportive in quanto potrebbe conferire un
iniquo vantaggio a coloro che hanno la possibilità di procurarselo! Nel
complesso gli atleti professionisti che ne fanno uso ora sono poco propensi ad
ammetterlo, in virtù dell’eventualità che qualche autorità sportiva ne renda
illecito l’impiego; per converso, il Comitato Olimpico canadese ha adottato una
posizione ufficiale sul Cordyceps, stabilendoche nel contesto delle
competizioni professionali il suo uso è consentito. La ricerca clinica ha
dimostrato che l’impiego del Cordyceps aumentava la bioenergia cellulare – ATP
(adenosina trifosfato) -–sino a una misura pari al 55%. Sono stati segnalati
un’accresciuta sintesi dell’ATP e un più rapido recupero di energia. A quanto
pare il Cordyceps migliora il meccanismo di equilibrio interno, rendendo in tal
modo più efficace l’utilizzazione dell’ossigeno. Tali proprietà potrebbero
rendere conto del generale potenziamento fisico, della resitenza supplementare
e degli effetti antiaffaticamento riscontrati negli individui che assumono il
Cordyceps.
Migliora la funzione respiratoria. Vari studi scientifici hanno
dimostrato i benefici indotti dal Cordyceps sinensis nell’alleviare i sintomi
di varie malattie respiratorie fra cui asma e bronchite cronica.
Incrementa l’assorbimento dell’ossigeno. In uno studio a doppio cieco
controllato con placebo condotto su trenta volontari in età avanzata, il
Cordyceps ha dimostrato di migliorare in modo rilevante la quantità massima di
ossigeno che i soggetti riuscivano ad assimilare. Studi cinesi su malattie
cardiovascolari hanno indicato che estratti di etanolo dai miceli del Cordyceps
e soluzioni di fermentazione del Cordyceps determinavano una modifica
dell’azione biologica che consentiva un aumento sino al 40% dell’assorbimento
dell’ossigeno cellulare. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato l’effetto di
questi composti nel mitigare patologie polmonari ostruttive criniche.
Migliora la funzione cardiaca. Numerosi studi hanno dimostrato i
benefici del Cordyceps sinensis nel trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco
quali aritmia cardiaca e infarto cronico.
Contribuisce a mantenere livelli di colesterolo salutari. Quattro studi
hanno dimostrato che il Cordyceps sinensis ha contribuito ad abbassare del
10-21% il colesterolo totale e del 9-26% i trigliceridi (grassi neutri),
contribuendo al contempo ad elevare del 27-30% il colesterolo (“buono”) HDL.
Migliora le funzioni epatiche. Il Cordyceps sinensis ha dimostrato di
migliorare le funzioni epatiche nonché di essere di ausilio in caso di cirrosi,
epatite cronica e sub-cronica. Nonché patologie epatiche correlate, più diffuse
di quanto comunemente ritenuto. Il fegato è il filtro vivente dell’organismo,
ripulisce dalle impurità il sangue ed altri fluidi. Senza un fegato funzionante
non si sopravvive e men che meno si gode di un buono stato di salute. Prove
cliniche con integrazione di Cordyceps, implicanti trentatrè pazienti affetti
da epatite B e otto pazienti affetti da cirrosi epatica, hanno evidenziato un
miglioramento pari al 71.9% nel test di torbidità del timolo e del 78.6% nel
test SGPT; trattasi di test enzimatici indicanti cambiamenti nelle funzioni
epatiche.
Migliora le patologie renali. Uno studio cinese ha dimostrato un
miglioramento pari 51% dell’insufficienza renale cronica dopo un solo mese di
integrazione dietetica di Cordyceps.
Riduce le dimensioni dei tumori. In Cina ed in Giappone si sono condotti
vari studi clinici su malati di cancro, impiegando una dose terapeutica di 6.0
grammi di Cordyceps al giorno. In uno studio effettuato con 50 pazienti affetti
da cancro polmonare cui, in concomitanza con la chemioterapia, era stato
somministrato Cordyceps, nel 46% dei casi le dimensioni dei tumori si sono
ridotte. Uno studio implicante malati di cancro affetti da vari tipi di tumore
ha rilevato che l’estratto di Cordyceps sinensis (6.0 grammi al giorno per
oltre due mesi) ha migliorato i sintomi soggettivi nella maggior parte dei
pazienti; nella metà dei casi i conteggi dei globuli bianchi si sono mantenuti
stabili e le dimensioni dei tumori si sono ridotte in modo rilevante. In
Giappone alcuni ricercatori hanno riportato che nei soggetti affetti da cancro
il Cordyceps aumenta la reattività generale del sistema immunitario. Per
giungere a tale scoperta, costoro hanno iniettao per via sottocutanea ad alcuni
topi cellule cancerose (linfoma) e quindi somministrato per via orale
Cordyceps; tale prassi ha comportato una riduzione delle dimensioni del tumore
e prolungato la vita. Negli studi in questione il Cordyceps ha inoltre
migliorato la risposta degli anticorpi.
Incrementa l’immunità e la produzione di cellule-T. Si è riscontrato che
il Cordyceps sinensis accresce l’attività della cellula “killer naturale” (NK),
incrementando in tal modo la produzione delle cellule-T che a sua volta
determina ina ampliata massa muscolare; il vigore muscolare risulta potenziato
con la produzione di giovani cellule sane. Il Cordyceps ricarica con efficacia
la schiera protettiva di cellule NK. La capacità dell’organismo di contrastare
le infezioni ed i tumori dipende dalla disponibilità di cellule NK, essenziali
in quanto prima linea di difesa per il mantenimento del meccanismo di
protezione dell’organismo, comunemente noto come sistema immunitario. Vari
studi scientifici riguardanti il Cordyceps si sono concentrati in modo
particolare sulle cellule NK e sull’effetto che il Cordyceps ha su di esse
quando correlate alla formazione del cancro. Uno studio in vitro ha dimostrato
che il Cordyceps accresce in modo rilevante l’attività delle cellule NK tanto
negli individui sani quanto nei soggetti affetti da leucemia. Secondo uno
studio cinese pubblicato sul Chinese Journal of Integrated Traditional and
Western Medicine, il Cordyceps naturale ha accresciuto l’attività delle cellule
NK del 74% in soggetti comuni e del 400% in pazienti affetti da leucemia.
Analoghi progressi dell’attività delle cellule NK sono risultati in casi di
estesi melanomi.
Coadiuva i sintomi dell’invecchiamento. Ricerche cliniche in studi
controllati hanno rivelato che pazienti anziani soggetti ad affaticamento e
sintomi connessi alla senilità, dopo aver utilizzato Cordyceps per trenta
giorni hanno riportato conforto a tali problemi. I sintomi di affaticamento si
sono ridotti del 92%, quelli di percezione di freddo dell’89% e quelli di
vertigine dell’83%. Pazienti affetti da problemi respiratori si sono sentiti
fisicamente più vigorosi ed alcuni soggetti sono riusciti a percorrere a
piccole falcate sino a 600 piedi (183 metri).
Protegge dai danni provocati dai radicali liberi. Vari studi hanno
dimostrato che il Cordyceps sinensis ha svolto una funzione protettiva rispetto
ai danni provocati dai radicali liberi ed ha presentato poderose proprietà
antiossidanti.
Contribuisce a lenire l’affaticamentodegli arti inferiori. Vari studi
hanno dimostrato che il Cordyceps sinensis ha migliorato il flusso del sangue
nell’organismo rilassando i muscoli lisci dei vasi sanguigni e consentendo loro
di espandersi, aumentando inoltre la funzionalità di cuore e polmoni. Di
conseguenza il Cordyceps previene o riduce la contrazione dei vasi sanguigni che
interferisce con l’afflusso di sangue agli arti inferiori – principale causa
dell’affaticamento delle gambe.
Migliora la funzione sessuale. Tre distinti studi cinesi a doppio cieco
controllati con placebo condotti su oltre duecento maschi adulti con “ridotta
libido ed altri problemi sessuali” hanno prodotto esiti ragguardevolmente
analoghi. Al termine del periodo sperimentale, rispetto al 24% del gruppo del
placebo, in media il 64% degli utilizzatori del Cordyceps ha riportato un
miglioramento significativo. In un altro studio a doppio cieco controllato con
placebo condotto su ventuno donne in età avanzata con problemi analoghi,
rispetto a nessuna del gruppo di controllo, dopo l’impiego di Cordyceps il 90%
delle utilizzatrici del fungo ha riportato miglioramenti delle rispettive
condizioni. Il Cordyceps ha dimostrato di ottimizzare la libido e la qualità
della vita di donne e uomini, di contrastare linfertilità e di accrescere il
conteggio e la sopravvivenza degli spermatozoi. Studi clinici implicanti 189 pazienti
di ambo i sessi con libido e desiderio ridotti hanno evidenziato un
miglioramento delle condizioni nel 66% dei casi. Uno studio a doppio cieco
condotto dall’Insitute of Materia Medica di Pechino ha evidenziato un aumento
del desiderio e della libido femminili pari all’86%. La prova concreta più
drastica è derivata uno studio sulla fertilità comprendente 22 maschi, il quale
ha dimostrato che dopo otto settimane di assunzione del Cordyceps il conteggio
degli spermatozoi è aumentato del 33%, l’incidenza di relative malformazioni è
diminuita del 29% ed il loro tasso di sopravvivenza è aumentato del 79%.
Inverte l’HIV. In uno studio condotto nel 2004 in Ghana, a 3.000
individui affetti da HVI in fase iniziale è stato somministrato un preparato il
cui ingrediente principale era il Cordyceps sinensis. Al di là delle più rosee
aspettative, al termine dei sei mesi tutti i 3.000 soggetti non manifestavano
“alcuna presenza di HIV nel sangue”. Quando un malato di HIV-AIDS ha assunto
l’integratore Immune-Assist per il cancro, rispetto all’infezione da HIV il
quadro clinico è migliorato drasticamente.
Funzione immune, risposta anti-cancro e riparazione del DNA. Ormai è
assodato da tempo che i composti di beta-glucano presenti in numerose specie di
funghi elevano in modo rilevante la funzione immune. Rale classe di composti è
la classe di medicinali anticancro maggiormente prescritta a livello mondiale;
esempi in tal senso sono i farmaci lentinina, PSK e grifolan. Oltre alla ben
nota modulazione immune innescata dai composti dei polisaccaridi, nella
risposta antitumorale del Cordyceps sinensis vi sono riscontri di un altro
meccanismo in gioco, connesso alla struttura di almeno alcuni dei nucleosidi
alterati presenti nel Cordyceps, esemplificati dal composto della cordicepina
(3’-deossiadenosina); si tratta di una molecola quasi identica alla normale
adenosina, eccetto per il fatto che è priva di un atomo di ossigeno sulla
porzione di ribosio della molecola alla posizione 3’. La stessa mancanza di
ossigeno 3’ è riscontrabile in altri composti del Cordyceps, quali la
dideossiadenosina. Si ritiene che la mancanza di ossigeno in questa particolare
posizione sia importante secondo una modalità assai specifica. La struttura del
DNA dipende da tale ossigeno per creare il legame fra nucleosidi adiacenti,
legame fra la posizione 3’ e 5’ sulle porzioni di ribosio dei nucleosidi, a
formare di fatto la “struttura a scala” che tiene assieme il DNA. Nella
replicazione di qualsiasi cellula, la prima fase consiste nella separazione
della molecola del DNA nel mezzo, come l’apertura di una cerniera, fra le
coppie di nucleosidi complementari. La fase successiva è l’inserimento, uno
alla volta, di nuovi nucleosidi di complemento, i quali formano i legami
zuccheri-fosfato fra le posizioni 3’ e 5’ sul bordo esterno della molecola,
ovvero la porzione di ribosio. La sintesi delle nuove molecole di DNA procede
con l’inserimento in successione, uno alla volta, di nuovi nucleosidi di
complemento nella molecola di DNA in nuova formazione sino a quando l’originario
trefolo di DNA non viene replicato due volte, ciascuno dei trefoli è l’esatta
copia dell’originale e forma il codice genetico per una nuova generazione di
cellule. Tale sintesi prosegue con l’inserimento di ciascun nuovo nucleoside, a
meno che non venga introdotta una molecola di 3’-deossiadenosina (cordicepina).
Quando questo accade, in quella vitale posizione non vi è ossigeno per formare
il legame 3’-5’, quindi la replicazione della nuova molecola di DNA si
interrompe, la cellula non può continuare a dividersi nè si forma alcuna nuova cellula (nelle
normali cellule dei mammiferi tale inserzione di adenosina deossigenata riveste
scarsa importanza, in quanto le cellule sane dispongono di un insito meccanismo
di riparazione del DNA). Quando si verificano errori di questo genere, il
nucleoside alterato (cordicepina) viene rimosso dalla serie di nucleosidi e
viene inserito in un nuovo segmento di adenosina. Ad ogni modo, proprio per la
loro natura le cellule cancerose hanno perso questo meccanismo di riparazione
del DNA (se riuscissero a correggere i loro errori del DNA non sarebbero
cellule del cancro). La maggior parte dei batteri e tutti i virus (compreso il
virus dell’immunodeficienza umana HIV) sono privi di tale meccanismo di
riparazione del DNA. Quando osserviamo
la velocità secondo la quale le cellule del cancro si riproducono, risulta
chiaro il modo in cui tale meccanismo potrebbe esercitare una significativa
risposta antitumorale. Ad esempio, una normale cellula sana di tessuto del seno
ha una vita media di dieci giorni, al cui termine si riproduce e si forma una
nuova cellula. Le cellule del cancro, però, si moltiplicano ad una velocità
assai superiore rispetto a quelle sane, mediamente ogni venti minuti. Questo
significa che le cellule del cancro del seno si riproducono all’incirca 750
volte più rapidamente di quelle sane ma, dato il meccanismo di riparazione del
DNA di queste ultime, la cordicepina non sembra interferire con la loro
replicazione, e la velocità di uccisione delle cellule tumorali risulta di
fatto assai superiore al rapporto 750:1. Lo stesso tipo di meccanismo di
interruzione del DNA è imoltre reponsabile degli effetti antitumorali di alcuni
altri agenti chemioterapici. Questo medesimo meccanismo di inibizione della
sintesi del DNA è probabilmente il meccanismo responsabile degli effetti
antivirali riscontrati con la cordicepina.
CONCLUSIONE
La più nota azione medicinale del Cordyceps sinensis è lincremento della
resistenza fisica. La cordicepina è assai efficace contro tutti i tipi di
batteri che hanno sviluppato resistenza ad altri antibiotici. Il Cordyceps ha
dimostrato di migliorare il meccanismo di equilibrio interno, rendendo in tal
modo più efficiente l’utilizzo dell’ossigeno.
Numerosi studi hanno evidenziato i benefici apportati dal Cordyceps
sinensis nell’ambito dei disturbi del ritmo cardiaco quali aritmie cardiache e
infarto cronico.
Quattro eccellenti studi hanno dimostrato i benefici del Cordyceps
sinensis nel contribuire ad abbassare il colesterolo totale ed i trigliceridi,
nonché ad aumentare il colesterolo HDL (“buono”).
Studi clinici su pazienti di ambo i sessi affetti da libido compromessa
hanno evidenziato rilevanti miglioramenti dei sintomi. La prova fisica più
drastica è giunta da uno studio sulla fertilità maschile, il quale ha indicato
che, dopo otto settimane di assunzione, l’integrazione di Cordyceps ha
aumentato notevolmente il conteggio dello sperma, diminuendo le malformazioni e
migliorandone il tasso di sopravvivenza.
Tali proprietà ed altre ancora potrebbero rendere conto del
potenziamento fisico generale, della accresciuta resistenza, delle
caratteristiche di incremento della libido e degli effetti anti-affaticamento
riscontrati negli esseri umani in concomitanza con l’impiego di Cordyceps sinensis.
Studi condotti in tutto il mondo hanno dimostrato che questo modesto
fungo dispensa benefici potenzialmente ancor più vivificanti di quanto
dichiarato. Si tratta di un suepr-alimento che sta appena iniziando a farsi
conoscere nella letteratura medica occidentale.
Anche la riduzione di questo materiale fungino attivo a dimensioni
nanoparticellari promette assai bene, laddove si sta conducendo ulteriore
lavoro di ricerca che potrebbe sfociare in ulteriori farmaci brevettati.
Ancor più importante, l’intero spettro di composti presente nel corpo
fruttifero, nel micelio e nel brodo della sostanza allo stato naturale continua
a dimostrare, ancora una volta, che l’antico sapere soddisfa la verifica della scienza moderna.
.
L’autore:
Richard Alan Miller è fisico, erborista nonché esperto di coltivazione e
commercializzazione di prodotti della botanica, ed in tale ambito ha fondato
una sua società di produzione e commercializzazione, la Northwest Botanicals (1212
SW 5th Street, Grants Pass, Oregon, 97526, USA). Richard è autore di svariati
documenti e libri concernenti metafisica, parapsicologia e agricoltura
alternativa. I suoi articoli pubblicati su NEXUS, scritti assieme a Iona
Miller, comprendono “HAARP, la minaccia planetaria” (nr.45) “La risonanze di
Schumann e la psicobiologia umana” (nr.48) e “DNA, dall’elica all’ologramma”
(nr. 50). L’articolo pubblicato in questo numero è un estratto dal primo
capitolo del suo libro ‘Powers Tools for the 21st Century’, pubblicato da
Earthpulse Press (http://www.earthpulse.com).
Richard Alan Miller può essere contattato via e-mail presso
rick@nwbotanicals.org
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