giovedì 30 luglio 2015

Potenza del fungo cordyceps, video del dott.Prandelli







            il dottor Prandelli ci mostra nel Video le proprietà del fungo Cordyceps sinens





Un vero e proprio super alimento : IL CORDYCEPS SINENSIS

Sin dagli albori delle prassi di guarigione degli sciamani, risalenti a oltre 50.000 anni fa, l’umanità è alla ricerca di ingredienti  guaritivi allo scopo di preparare la panacea definitiva – una cura universale. Fra gli ingredienti più ricercati vi era il Cordyceps, una sostanza venerata ad un punto tale che nell’antica Cina il suo uso era riservato esclusivamente alla famiglia reale. Le analisi chimiche hanno dimostrato che le sue presunte straordinarie proprietà sono molto più che frutto di superstizione o semplice folclore.

Il Cordyceps sinensis è una nuova generazione di fungo attualmente utilizzato dall’industria farmaceutica, nonchè come integratore dietetico dai consumatori maggiormente informati che sono alla ricerca di alternative ai trattamenti più convenzionali per cancro, AIDS e una vasta gamma di altri problemi di salute e connessi al sistema immunitario.

La FDA (Food and Drug Administration, ente statunitense preposto al controllo alimentare e farmacologico, ndt) considera il Cordyceps un “alimento”, peraltro classificato come “generalmente riconosciuto come sicuro” (GRAS). Ricercatori in numero sempre crescente ora lo considerano un “super-alimento” includibile in quasi ogni regime dietetico. Per quale motivo, dunque, tali funghi ‘riscoperti’ vengono ora considerati alla stregua di super-alimenti?

Questi funghi medicinali sono estremamente ricchi tanto di beta-glucani, riconosciuti di ausilio nelle terapie contro il cancro, quanto di polisaccaridi; questi ultimi sono lunghe catene di zuccheri con all’interno numerose sezioni di ossigeno e, quando scomposti  dall’organismo, le molecole di ossigeno vengono rilasciate e assorbite a livello cellulare. Sappiamo che il cancro in tutte le sue forme non è in grado di sussistere in un ambiente ricco di ossigeno e che, privo di adeguati livelli di ossigeno, l’organismo si ritrova a precipitare in stati degenerativi che favoriscono cancro, cardiopatie, disordini immunitari e diabete, e che inoltre consentono a numerose malattie virali quali epatite C, morbo di Lyme ed altre di attecchire.

La chiave è come somministrare ossigeno all’organismo alivello cellulare. Questa schiera di funghi medicinali comprende rinomati prodotti quali Reishi, Maitake e Agaricus, ricchi di beta-glucani nonché note fonti di ossigeno. La lista continua a crescere, con studi clinici che attualmente includono oltre settanta specie di funghi, il più interessante dei quali è il Cordyceps sinensis che cresce in Tibet a circa 16.000 piedi (4.877 metri) di altitudine.

Il Cordyceps sinensis incrementa di quasi il ventotto per cento i livelli di ATP (adenosina trifosfato) nell’organismo. L’ATP costituisce la fonte di energia del corpo – la batteria dell’organismo, per così dire – ed è necessaria per tutti i processi enzimatici. Si ritiene inoltre che l’ATP sia il ‘luogo’ in cui si verificano i processi di fusione fredda (“gas di Brown”) a livello molecolare. Sebbene il concetto di fusione fredda a livello molecolare non sia l’argomento del presente articolo, è mia opinione che essa sia la radice degli scambi di energia biologica, il che verrà trattato in scritti di prossima realizzazione. Il solo impatto sullo stato energetico renderebbe questo fungo un vero super-alimento, nondimeno vi è altro da tenere in considerazione.





Quello che rende il Cordyceps importante nel trattamento del cancro è il fatto che contiene beta-glucani e polisaccaridi. Quando gli zuccheri si scompongono, le numerose molecole di ossigeno vengono rilasciate a livello cellulare, con il risultato che i materiali cancerosi presenti vengono immediatamente distrutti. La cordicepina, uno dei composti bersaglio (nucleosidi), inibisce il meccanismo di riparazione del DNA ed è probabilmente responsabile dei suoi effetti antivirali (HVI).

Chimiche a spettro intero

Al giorno d’oggi nel campo dei funghi medicinali regna molta confusione per quanto concerne quale forma di prodotto fungino sia la migliore da impiegare. Vari componenti del fungo sono stati utilizzati come composti separati. Il responsabile delle proprietà del fungo è il corpo fruttifero, il micelio o un estratto standardizzato in base a un qualche specifico composto? Tale questione non è così ovvia come potrebbe sembrare.

Corpo fruttifero. Si tratta del fungo che si vede spuntare dal terreno, la parte che produce le spore implicata nella riproduzione; sostanzialmente il corpo fruttifero si forma soltanto in risposta a una qualche sollecitazione dell’ambiente.

Micelio. Si tratta della forma di crescita dell’organismo al di sotto del terreno, dove avvengono tutti i processi della vita: crescita, nutrimento, competizione della vita ed alcune forme di riproduzione.

Brodo di coltura. Nei prodotti fungini coltivati il processo di crescita del micelio può essere indotto o tramite fermentaione all’interno di una vasca piena di “brodo” liquido, oppure su un solido substrato di qualche materiale presente nelle condizioni di crescita naturali.

Per la produzione di numerosi farmaci ed integratori ricavati dai funghi, i composti non vengono estratti dal micelio, bensì dal brodo in cui quest’ultimo viene coltivato. Ad esempio, dal fungo Shiitake si ricavano vari prodotti farmaceutici: la lentinina dal corpo fruttifero; LEM dal micelio e KS-2 dal brodo di coltura residuo, un composto extracellulare.

L’estrazione della lentinina dai funghi Shiitake è un processo chimico alquanto semplice. Ma che dire di un altro composto presente nel Shiitake, denominato eritadenina? Tale composto è di ausilio nel trattamento di livelli elevati di colesterolo, mentre la lentinina viene utilizzata nel trattamento del cancro.

Se si estraggono composti del Shiitake impiegando acqua calda e quindi alcol per far precipitare la frazione dei polisaccaridi, la lentinina risulta concentrata ed il prodotto derivante risulta a sua volta efficace nel trattamento del cancro o per la stimolazione del sistema immunitario. Ad ogni modo, con tale procedimento va persa l’eritadenina e l’estratto non manifesta alcun effetto sul colesterolo del sangue.

Di conseguenza, anche se un prodotto derivato dallo Shiitake grezzo presenta una grande efficacia nel trattamento del colesterolo alto, l’”estratto standardizzato” attualmente disponibile risulta inutile a tale scopo.

Qual’è, dunque, il prodotto di maggior pregio: lo Shiitake grezzo a spettro intero oppure l’estratto standardizzato? La risposta è nessuno dei due o entrambi; in realtà dipende da quel che ci si propone di ottenere con l’integratore.

Per un generico utilizzo di integratori a scopo di mantenimento della salute, il prodotto migliore è quello che presenta la massima efficacia per una vasta gamma di condizioni. In questo esempio, ha molto più senso impiegare un’intero spettro di prodotti – il corpo fruttifero, il micelio ed il brodo.

La precisione teutonica ha inaugurato la concezione di estratti standardizzati, tuttavia ora stiamo iniziando a comprendere che le chimiche miste rivestono un ruolo più importante rispetto all’efficacia rispetto all’efficacia del modo in cui chimiche non correlate potrebbero determinare risultati specifici. Si tratta di una forma complessa non ancora compresa appieno, che comunque produce esiti clinici non conseguibili con estratti standardizzati.

Nel complesso i funghi medicinali vengono utilizzati in forma di estratti per i loro potentissimi ed efficacissimi prodotti e ricette, che tuttavia sono estratti assai specifici e mirati, realizzati per il particolare scopo di concentrare specifici composti.. Inoltre, è proprio in virtù del fatto che questi composti chimici vengono prodotti in forma di estratti che all’industria farmaceutica è consentito detenere i brevetti. Gli alimenti naturali non sono brevettabili.

Nei funghi medicinali sono presenti due categorie di composti bioattivi:

I polissaccaridi, che comprendono la maggior parte dei composti medicinali, sono solubili in acqua calda ma non in alcol; la ben nota azione immunostimolante dei funghi attiene a tale classe di composti. Se si è alla ricerca di un’azione di immunomodulazione, allora non vanno usati estratti all’alcol, in quanto risulteranno inefficaci.
I nucleosidi, altra classe di composti, sono solubili in solventi non polari quali alcol ed esano. In genere, rispetto ai polisaccaridi, tali composti hanno minore dimensione molecolare e risultano più specifici nella loro azione. Nucleosidi, desossinucleosidi e la maggior parte dei nostri antibiotici e antimicrobici rientrano in questa categoria
Benefici per la salute e studi clinici

Le proprietà medicinali del Cordyceps sono ragguardevoli. Nella medicina tradizionale cinese l’impiego principale del Cordyceps ha riguardato il trattamento dell’asma ed altre affezioni bronchiali. Ora la moderna ricerca avvalora l’efficacia di questi antichi utilizzi.

Gran parte di quanto si sa in Occidente a proposito del Cordyceps sinensis è merito dell’opera del Dr. Georges Halpern, medico e professore emerito presso l’Università di Hong Kong, nonché autore di svariati libri concernenti il Cordyceps.

Uno dei punti culminanti della moderna ricerca è stato la scoperta di nuovi antibiotici presenti nel fungo, uno dei quali, la cordicepina, è assai efficace contro tutti i tipi di batteri che hanno sviluppato, o stanno sviluppando, resistenza ad altri più comuni antibiotici (come la penicillina, un prodotto fungino!).

Il Cordyceps risulta particolarmente efficace contro tubercolosi, lebbra e leucemia umana, così come rilevato in numerosi test condotti in Cina, Giappone ed altrove.

Di seguito sono delineati alcuni ulteriori benefici del Cordyceps per la salute.

Incrementa la resitenza fisica. La più nota azione medica del Cordyceps sinensis concerne l’incremento della capacità di resistenza fisica. Nel 1993, la Chinese National Games sottopose questo fungo all’attenzione delle autorità sportive internazionali. Un gruppo composto da nove atlete, la quali avevano assunto il Cordyceps, polverizzò nove record mondiali. Vi sono stati molti rapporti a riguardo di strabilianti miglioramenti della performance in vari sport dovuti all’assunzione di Cordyceps, e persino colloqui volti a bandire il Cordyceps dall’ambito delle discipline sportive in quanto potrebbe conferire un iniquo vantaggio a coloro che hanno la possibilità di procurarselo! Nel complesso gli atleti professionisti che ne fanno uso ora sono poco propensi ad ammetterlo, in virtù dell’eventualità che qualche autorità sportiva ne renda illecito l’impiego; per converso, il Comitato Olimpico canadese ha adottato una posizione ufficiale sul Cordyceps, stabilendoche nel contesto delle competizioni professionali il suo uso è consentito. La ricerca clinica ha dimostrato che l’impiego del Cordyceps aumentava la bioenergia cellulare – ATP (adenosina trifosfato) -–sino a una misura pari al 55%. Sono stati segnalati un’accresciuta sintesi dell’ATP e un più rapido recupero di energia. A quanto pare il Cordyceps migliora il meccanismo di equilibrio interno, rendendo in tal modo più efficace l’utilizzazione dell’ossigeno. Tali proprietà potrebbero rendere conto del generale potenziamento fisico, della resitenza supplementare e degli effetti antiaffaticamento riscontrati negli individui che assumono il Cordyceps.
Migliora la funzione respiratoria. Vari studi scientifici hanno dimostrato i benefici indotti dal Cordyceps sinensis nell’alleviare i sintomi di varie malattie respiratorie fra cui asma e bronchite cronica.
Incrementa l’assorbimento dell’ossigeno. In uno studio a doppio cieco controllato con placebo condotto su trenta volontari in età avanzata, il Cordyceps ha dimostrato di migliorare in modo rilevante la quantità massima di ossigeno che i soggetti riuscivano ad assimilare. Studi cinesi su malattie cardiovascolari hanno indicato che estratti di etanolo dai miceli del Cordyceps e soluzioni di fermentazione del Cordyceps determinavano una modifica dell’azione biologica che consentiva un aumento sino al 40% dell’assorbimento dell’ossigeno cellulare. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato l’effetto di questi composti nel mitigare patologie polmonari ostruttive criniche.
Migliora la funzione cardiaca. Numerosi studi hanno dimostrato i benefici del Cordyceps sinensis nel trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco quali aritmia cardiaca e infarto cronico.
Contribuisce a mantenere livelli di colesterolo salutari. Quattro studi hanno dimostrato che il Cordyceps sinensis ha contribuito ad abbassare del 10-21% il colesterolo totale e del 9-26% i trigliceridi (grassi neutri), contribuendo al contempo ad elevare del 27-30% il colesterolo (“buono”) HDL.
Migliora le funzioni epatiche. Il Cordyceps sinensis ha dimostrato di migliorare le funzioni epatiche nonché di essere di ausilio in caso di cirrosi, epatite cronica e sub-cronica. Nonché patologie epatiche correlate, più diffuse di quanto comunemente ritenuto. Il fegato è il filtro vivente dell’organismo, ripulisce dalle impurità il sangue ed altri fluidi. Senza un fegato funzionante non si sopravvive e men che meno si gode di un buono stato di salute. Prove cliniche con integrazione di Cordyceps, implicanti trentatrè pazienti affetti da epatite B e otto pazienti affetti da cirrosi epatica, hanno evidenziato un miglioramento pari al 71.9% nel test di torbidità del timolo e del 78.6% nel test SGPT; trattasi di test enzimatici indicanti cambiamenti nelle funzioni epatiche.
Migliora le patologie renali. Uno studio cinese ha dimostrato un miglioramento pari 51% dell’insufficienza renale cronica dopo un solo mese di integrazione dietetica di Cordyceps.
Riduce le dimensioni dei tumori. In Cina ed in Giappone si sono condotti vari studi clinici su malati di cancro, impiegando una dose terapeutica di 6.0 grammi di Cordyceps al giorno. In uno studio effettuato con 50 pazienti affetti da cancro polmonare cui, in concomitanza con la chemioterapia, era stato somministrato Cordyceps, nel 46% dei casi le dimensioni dei tumori si sono ridotte. Uno studio implicante malati di cancro affetti da vari tipi di tumore ha rilevato che l’estratto di Cordyceps sinensis (6.0 grammi al giorno per oltre due mesi) ha migliorato i sintomi soggettivi nella maggior parte dei pazienti; nella metà dei casi i conteggi dei globuli bianchi si sono mantenuti stabili e le dimensioni dei tumori si sono ridotte in modo rilevante. In Giappone alcuni ricercatori hanno riportato che nei soggetti affetti da cancro il Cordyceps aumenta la reattività generale del sistema immunitario. Per giungere a tale scoperta, costoro hanno iniettao per via sottocutanea ad alcuni topi cellule cancerose (linfoma) e quindi somministrato per via orale Cordyceps; tale prassi ha comportato una riduzione delle dimensioni del tumore e prolungato la vita. Negli studi in questione il Cordyceps ha inoltre migliorato la risposta degli anticorpi.
Incrementa l’immunità e la produzione di cellule-T. Si è riscontrato che il Cordyceps sinensis accresce l’attività della cellula “killer naturale” (NK), incrementando in tal modo la produzione delle cellule-T che a sua volta determina ina ampliata massa muscolare; il vigore muscolare risulta potenziato con la produzione di giovani cellule sane. Il Cordyceps ricarica con efficacia la schiera protettiva di cellule NK. La capacità dell’organismo di contrastare le infezioni ed i tumori dipende dalla disponibilità di cellule NK, essenziali in quanto prima linea di difesa per il mantenimento del meccanismo di protezione dell’organismo, comunemente noto come sistema immunitario. Vari studi scientifici riguardanti il Cordyceps si sono concentrati in modo particolare sulle cellule NK e sull’effetto che il Cordyceps ha su di esse quando correlate alla formazione del cancro. Uno studio in vitro ha dimostrato che il Cordyceps accresce in modo rilevante l’attività delle cellule NK tanto negli individui sani quanto nei soggetti affetti da leucemia. Secondo uno studio cinese pubblicato sul Chinese Journal of Integrated Traditional and Western Medicine, il Cordyceps naturale ha accresciuto l’attività delle cellule NK del 74% in soggetti comuni e del 400% in pazienti affetti da leucemia. Analoghi progressi dell’attività delle cellule NK sono risultati in casi di estesi melanomi.
Coadiuva i sintomi dell’invecchiamento. Ricerche cliniche in studi controllati hanno rivelato che pazienti anziani soggetti ad affaticamento e sintomi connessi alla senilità, dopo aver utilizzato Cordyceps per trenta giorni hanno riportato conforto a tali problemi. I sintomi di affaticamento si sono ridotti del 92%, quelli di percezione di freddo dell’89% e quelli di vertigine dell’83%. Pazienti affetti da problemi respiratori si sono sentiti fisicamente più vigorosi ed alcuni soggetti sono riusciti a percorrere a piccole falcate sino a 600 piedi (183 metri).
Protegge dai danni provocati dai radicali liberi. Vari studi hanno dimostrato che il Cordyceps sinensis ha svolto una funzione protettiva rispetto ai danni provocati dai radicali liberi ed ha presentato poderose proprietà antiossidanti.
Contribuisce a lenire l’affaticamentodegli arti inferiori. Vari studi hanno dimostrato che il Cordyceps sinensis ha migliorato il flusso del sangue nell’organismo rilassando i muscoli lisci dei vasi sanguigni e consentendo loro di espandersi, aumentando inoltre la funzionalità di cuore e polmoni. Di conseguenza il Cordyceps previene o riduce la contrazione dei vasi sanguigni che interferisce con l’afflusso di sangue agli arti inferiori – principale causa dell’affaticamento delle gambe.
Migliora la funzione sessuale. Tre distinti studi cinesi a doppio cieco controllati con placebo condotti su oltre duecento maschi adulti con “ridotta libido ed altri problemi sessuali” hanno prodotto esiti ragguardevolmente analoghi. Al termine del periodo sperimentale, rispetto al 24% del gruppo del placebo, in media il 64% degli utilizzatori del Cordyceps ha riportato un miglioramento significativo. In un altro studio a doppio cieco controllato con placebo condotto su ventuno donne in età avanzata con problemi analoghi, rispetto a nessuna del gruppo di controllo, dopo l’impiego di Cordyceps il 90% delle utilizzatrici del fungo ha riportato miglioramenti delle rispettive condizioni. Il Cordyceps ha dimostrato di ottimizzare la libido e la qualità della vita di donne e uomini, di contrastare linfertilità e di accrescere il conteggio e la sopravvivenza degli spermatozoi. Studi clinici implicanti 189 pazienti di ambo i sessi con libido e desiderio ridotti hanno evidenziato un miglioramento delle condizioni nel 66% dei casi. Uno studio a doppio cieco condotto dall’Insitute of Materia Medica di Pechino ha evidenziato un aumento del desiderio e della libido femminili pari all’86%. La prova concreta più drastica è derivata uno studio sulla fertilità comprendente 22 maschi, il quale ha dimostrato che dopo otto settimane di assunzione del Cordyceps il conteggio degli spermatozoi è aumentato del 33%, l’incidenza di relative malformazioni è diminuita del 29% ed il loro tasso di sopravvivenza è aumentato del 79%.
Inverte l’HIV. In uno studio condotto nel 2004 in Ghana, a 3.000 individui affetti da HVI in fase iniziale è stato somministrato un preparato il cui ingrediente principale era il Cordyceps sinensis. Al di là delle più rosee aspettative, al termine dei sei mesi tutti i 3.000 soggetti non manifestavano “alcuna presenza di HIV nel sangue”. Quando un malato di HIV-AIDS ha assunto l’integratore Immune-Assist per il cancro, rispetto all’infezione da HIV il quadro clinico è migliorato drasticamente.
Funzione immune, risposta anti-cancro e riparazione del DNA. Ormai è assodato da tempo che i composti di beta-glucano presenti in numerose specie di funghi elevano in modo rilevante la funzione immune. Rale classe di composti è la classe di medicinali anticancro maggiormente prescritta a livello mondiale; esempi in tal senso sono i farmaci lentinina, PSK e grifolan. Oltre alla ben nota modulazione immune innescata dai composti dei polisaccaridi, nella risposta antitumorale del Cordyceps sinensis vi sono riscontri di un altro meccanismo in gioco, connesso alla struttura di almeno alcuni dei nucleosidi alterati presenti nel Cordyceps, esemplificati dal composto della cordicepina (3’-deossiadenosina); si tratta di una molecola quasi identica alla normale adenosina, eccetto per il fatto che è priva di un atomo di ossigeno sulla porzione di ribosio della molecola alla posizione 3’. La stessa mancanza di ossigeno 3’ è riscontrabile in altri composti del Cordyceps, quali la dideossiadenosina. Si ritiene che la mancanza di ossigeno in questa particolare posizione sia importante secondo una modalità assai specifica. La struttura del DNA dipende da tale ossigeno per creare il legame fra nucleosidi adiacenti, legame fra la posizione 3’ e 5’ sulle porzioni di ribosio dei nucleosidi, a formare di fatto la “struttura a scala” che tiene assieme il DNA. Nella replicazione di qualsiasi cellula, la prima fase consiste nella separazione della molecola del DNA nel mezzo, come l’apertura di una cerniera, fra le coppie di nucleosidi complementari. La fase successiva è l’inserimento, uno alla volta, di nuovi nucleosidi di complemento, i quali formano i legami zuccheri-fosfato fra le posizioni 3’ e 5’ sul bordo esterno della molecola, ovvero la porzione di ribosio. La sintesi delle nuove molecole di DNA procede con l’inserimento in successione, uno alla volta, di nuovi nucleosidi di complemento nella molecola di DNA in nuova formazione sino a quando l’originario trefolo di DNA non viene replicato due volte, ciascuno dei trefoli è l’esatta copia dell’originale e forma il codice genetico per una nuova generazione di cellule. Tale sintesi prosegue con l’inserimento di ciascun nuovo nucleoside, a meno che non venga introdotta una molecola di 3’-deossiadenosina (cordicepina). Quando questo accade, in quella vitale posizione non vi è ossigeno per formare il legame 3’-5’, quindi la replicazione della nuova molecola di DNA si interrompe, la cellula non può continuare a dividersi  nè si forma alcuna nuova cellula (nelle normali cellule dei mammiferi tale inserzione di adenosina deossigenata riveste scarsa importanza, in quanto le cellule sane dispongono di un insito meccanismo di riparazione del DNA). Quando si verificano errori di questo genere, il nucleoside alterato (cordicepina) viene rimosso dalla serie di nucleosidi e viene inserito in un nuovo segmento di adenosina. Ad ogni modo, proprio per la loro natura le cellule cancerose hanno perso questo meccanismo di riparazione del DNA (se riuscissero a correggere i loro errori del DNA non sarebbero cellule del cancro). La maggior parte dei batteri e tutti i virus (compreso il virus dell’immunodeficienza umana HIV) sono privi di tale meccanismo di riparazione del DNA.  Quando osserviamo la velocità secondo la quale le cellule del cancro si riproducono, risulta chiaro il modo in cui tale meccanismo potrebbe esercitare una significativa risposta antitumorale. Ad esempio, una normale cellula sana di tessuto del seno ha una vita media di dieci giorni, al cui termine si riproduce e si forma una nuova cellula. Le cellule del cancro, però, si moltiplicano ad una velocità assai superiore rispetto a quelle sane, mediamente ogni venti minuti. Questo significa che le cellule del cancro del seno si riproducono all’incirca 750 volte più rapidamente di quelle sane ma, dato il meccanismo di riparazione del DNA di queste ultime, la cordicepina non sembra interferire con la loro replicazione, e la velocità di uccisione delle cellule tumorali risulta di fatto assai superiore al rapporto 750:1. Lo stesso tipo di meccanismo di interruzione del DNA è imoltre reponsabile degli effetti antitumorali di alcuni altri agenti chemioterapici. Questo medesimo meccanismo di inibizione della sintesi del DNA è probabilmente il meccanismo responsabile degli effetti antivirali riscontrati con la cordicepina.
CONCLUSIONE

La più nota azione medicinale del Cordyceps sinensis è lincremento della resistenza fisica. La cordicepina è assai efficace contro tutti i tipi di batteri che hanno sviluppato resistenza ad altri antibiotici. Il Cordyceps ha dimostrato di migliorare il meccanismo di equilibrio interno, rendendo in tal modo più efficiente l’utilizzo dell’ossigeno.

Numerosi studi hanno evidenziato i benefici apportati dal Cordyceps sinensis nell’ambito dei disturbi del ritmo cardiaco quali aritmie cardiache e infarto cronico.

Quattro eccellenti studi hanno dimostrato i benefici del Cordyceps sinensis nel contribuire ad abbassare il colesterolo totale ed i trigliceridi, nonché ad aumentare il colesterolo HDL (“buono”).

Studi clinici su pazienti di ambo i sessi affetti da libido compromessa hanno evidenziato rilevanti miglioramenti dei sintomi. La prova fisica più drastica è giunta da uno studio sulla fertilità maschile, il quale ha indicato che, dopo otto settimane di assunzione, l’integrazione di Cordyceps ha aumentato notevolmente il conteggio dello sperma, diminuendo le malformazioni e migliorandone il tasso di sopravvivenza.

Tali proprietà ed altre ancora potrebbero rendere conto del potenziamento fisico generale, della accresciuta resistenza, delle caratteristiche di incremento della libido e degli effetti anti-affaticamento riscontrati negli esseri umani in concomitanza con l’impiego di Cordyceps sinensis.

Studi condotti in tutto il mondo hanno dimostrato che questo modesto fungo dispensa benefici potenzialmente ancor più vivificanti di quanto dichiarato. Si tratta di un suepr-alimento che sta appena iniziando a farsi conoscere nella letteratura medica occidentale.

Anche la riduzione di questo materiale fungino attivo a dimensioni nanoparticellari promette assai bene, laddove si sta conducendo ulteriore lavoro di ricerca che potrebbe sfociare in ulteriori farmaci brevettati.

Ancor più importante, l’intero spettro di composti presente nel corpo fruttifero, nel micelio e nel brodo della sostanza allo stato naturale continua a dimostrare, ancora una volta, che l’antico sapere soddisfa  la verifica della scienza moderna.

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L’autore:

Richard Alan Miller è fisico, erborista nonché esperto di coltivazione e commercializzazione di prodotti della botanica, ed in tale ambito ha fondato una sua società di produzione e commercializzazione, la Northwest Botanicals (1212 SW 5th Street, Grants Pass, Oregon, 97526, USA). Richard è autore di svariati documenti e libri concernenti metafisica, parapsicologia e agricoltura alternativa. I suoi articoli pubblicati su NEXUS, scritti assieme a Iona Miller, comprendono “HAARP, la minaccia planetaria” (nr.45) “La risonanze di Schumann e la psicobiologia umana” (nr.48) e “DNA, dall’elica all’ologramma” (nr. 50). L’articolo pubblicato in questo numero è un estratto dal primo capitolo del suo libro ‘Powers Tools for the 21st Century’, pubblicato da Earthpulse Press (http://www.earthpulse.com).
Richard Alan Miller può essere contattato via e-mail presso rick@nwbotanicals.org 



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cellulite, ritenzione idrica e patologie alla tiroide




Cosa fare se si soffre di cellulite e ritenzione idrica in caso di patologie alla tiroide
Odiosa la cellulite vero ?, molte di voi ne soffrono e di sicuro avrete speso tanti di quei soldi che o vi siete arrese oppure fate dei cicli annuali con creme costosissime e fanghi, ma sono davvero utili ? sono cosi efficaci ? e se poi come molte di noi ( me compresa ahime’ soffriamo di tiroide che si fa ??? ) Innanzitutto dobbiamo modificare stile di vita e alimentazione, fare una vita meno sedentaria e movimento, almeno una passeggiata tre volte a settimana di 45/60 minuti a passo veloce, poi dobbiamo cercare di preferire le verdure ricche di acqua come le zucchine, insalate, zucca, e frutta non troppo zuccherina, mangiare ananas ricca di bromelina e antiossidanti naturali, ( io uso il cordypine che è ananas fermentata con aggiunta di fungo cordyceps,)  e poi arricchire i piatti con la curcuma, zenzero, cannella e bacche di gojii che grazie al loro potere antinfiammatorio evitano appunto il formarsi di accumuli e ristagni dovuti all’infiammazione creando questa nemica.


Come alleato abbiamo il te’ nero che io uso al ganoderma,  caffe’ compreso, che grazie appunto al potere del ganoderma sia come antinfiammatorio e sia azionando la termogenesi contribuisce anche a modellare ed eliminare i chili in eccesso.
Detto questo per chi volesse usare  il te' verde normale ovviamente lo puo’ fare visto che è ricco comunque di antiossidanti e antiradicali, stimola il metabolismo e aiuta a drenare, inoltre possiamo usare l’argilla verde ventilata sia da bere e sia per fare impacchi, sappiate che porta stitichezza e quindi chi ha questo problema è preferibile che la usi solo per uso esterno.Ora vediamo alcuni consigli per eliminare l’odiosa cellulite !


Impacco al caffè
Di cosa hai bisogno
Tre fondi di caffè che hai in casa o di lingzhi nero
Mezzo bicchiere di té
Due cucchiai di argilla verde
Un cucchiaio d’olio d’oliva ( io uso il gano oil )
La caffeina stimola il drenaggio e la rimozione dei liquidi stagnanti nelle cellule, per questo viene usata per trattare la cellulite. Puoi usarlo anche tu preparando un impacco al caffè.
In una ciotola mescola i fondi di caffè, il té e l’argilla. Quando l’impasto sarà omogeneo aggiungi anche l’olio di oliva e continua a mescolare. Applica l’impacco sulle zone da trattare e avvolgi il tutto con una pellicola trasparente per facilitare l’assorbimento del composto, risciacqualo dopo aver lasciato agire almeno mezz’ora. Ovviamente è ottima fatta anche con la spirulina al posto dell'argilla verde.


Impacco all’argilla verde
Di cosa hai bisogno
Quattro cucchiai di argilla verde
Mezzo bicchiere d’acqua
Un cucchiaio di olio extravergine d’oliva ( io aggiungo il gano oil )
Un cucchiaio di sale marino
L’argilla verde è nota per le sue proprietà depurative per la pelle messe in atto tramite un meccanismo di osmosi. Le tossine passano dalla pelle all’argilla verde che a sua volta cede i minerali e permette la rivitalizzazione cutanea. Ecco perché viene usata per i trattamenti anticellulite.
Mescola l’argilla verde all’acqua finché non si scioglie del tutto, a quel punto incorpora l’olio e il sale. Continua a mescolare finché il composto non sarà omogeneo, dopodiché applicalo sui glutei ricopri con la pellicola trasparente. Dopo mezz’ora di posa risciacqua l’impacco con acqua tiepida.


potete usare i prodotti che avete voi in casa, io uso il  Gano oil,  perchè ha come ingrediente principale il ganoderma e quindi piu’ concentrato di principi attivi e antinfiammatorio e lo uso anche dopo la doccia tutti i giorni, o con il vacum,  il prezzo è accessibilissimo, mi lascia la pelle liscia idratata e mi aiuta a contrastare la cellulite,lo uso in totale sicurezza visto che soffro di problemi alla tiroide e quindi non posso usare altri prodotti anti cellulite che contengono alghe o ormoni.
Spero che vi possa essere stato utile l’articolo e che se volete contattarmi per altri consigli potete farlo!
mi potete contattare per sapere come avere i prodotti a prezzi scontati o collaborare con me!
                                                        
                                                                   
GANO OIL DXN
CARRELLO



martedì 28 luglio 2015

Parabeni nei tessuti testati di cancro al seno




Parabeni nei tessuti  di cancro al seno grazie ad una nuova ricerca che ha rilevato la presenza di esteri parabeni  nel  99 % dei tessuti di cancro al seno testati. 
Lo studio ha esaminato 40 donne che erano state trattate per cancro al seno al primo stadio. Nel 60% dei casi, sono stati trovati 5 diversi esteri.
parabeni sono ingredienti chimici con proprietà simil-estrogene, e l’estrogeno è uno degli ormoni coinvolti nello sviluppo del cancro al seno.
Lo studio ha evidenziato che: “C’era una notevole variazione a seconda dei diversi esteri dei parabeni, posizione in un seno e posizioni simili in seni diversi. Il valore medio generale in nanogrammi per grammo di tessuto nei 160 esempi di tessuti era più alto per l’n-propilparabene e metilparabene; i livelli erano più bassi per n-butilparabene, etilparabene e isobutilparabene…“.
La fonte del parabene non può essere identificata, ma il parabene è stato trovato anche in 7 pazienti su 40 che affermavano di non aver mai usato prodotti sotto le ascelle nella propria vita”.

Fonti e pericoli dei parabeni

Deodoranti e antitraspiranti sono alcune delle fonti principali di parabeni, ma il fatto che anche le donne che dicevano di non averli mai usati avevano parabeni nei tessuti dimostra chiaramente che questi ingredienti chimici, a seconda del prodotto a cui sono aggiunti, possono, e apparentemente lo faranno, accumularsi nei tessuti del seno.
E’ importante capire che qualunque cosa tu metta sulla tua pelle può essere assorbita dal tuo corpo e potenzialmente provocare seri danni, come dimostra questa ricerca.
(Per saperne di più sulla potenziale tossicità dei tuoi cosmetici, leggi loSkin Deep Report sul sito Evg.org).

I parabeni inibiscono la crescita di batteri, lieviti e muffe e sono usati come conservanti

Sull’etichetta puoi trovarli come:
  • Methyl paraben
  • Propyl paraben
  • Isobutyl paraben
  • Ethyl paraben
  • Butyl paraben
  • E216
Questi ingredienti sono comunemente usati in:
  • Deodoranti e antitraspiranti
  • Shampoo e balsamo
  • Bagnoschiuma
  • Dentifrici
  • Creme e protezioni solari
  • Cosmetici
  • Medicinali
  • Additivi alimentari 

Studi hanno evidenziato che i parabeni possono influenzare il tuo corpo tanto quanto gli estrogeni, che possono ridurre la massa muscolare, far accumulare più grassi, e portare a ginecomastia maschile (crescita del seno).
Altri studi, oltre a quello che abbiamo citato, hanno collegato i parabeni al cancro al seno. La US Environmental Protection Agency (EPA) ha collegato i metil parabeni, in particolare, a disordini metabolici, dello sviluppo, ormonali e neurologici, così come a vari tumori.

Attenzione: C’è una nuova categoria di “Estrogeni” cancerogeni


Una recente ricerca ha anche confermato l’esistenza di una categoria di materiali cancerogeni prima sconosciuti, che sono stati trovati in migliaia di prodotti di consumo.
Alcuni di questi sono anche aggiunti a supplementi e cibi come “nutrienti”.
Questi composti simil-estrogeni sono metalli.
Proprio così, un largo spettro di metalli ha mostrato di agire come “metalloestrogeni” con il potenziale di aggiungersi agli estrogeni del seno, aumentando così i rischi di cancro.
I seguenti metalli sono stati identificati come capaci di legarsi ai recettori cellulari degli estrogeni e imitare l’azione degli estrogeni fisiologici  (pubmed)
  • Alluminio
  • Antimonio
  • Arsenite
  • Bario
  • Cadmio
  • Cromo
  • Cobalto
  • Rame
  • Piombo
  • Mercurio
  • Nickel
  • Selenite
  • Stagno
  • Vanadate
In accordo con GreenMedInfo: “…L’esposizione al Sodium selenite (e sodium selenate) è difficile da evitare, dato che è la prima fonte di selenio in supplementi presente in vitamine, cibi e bevande… Lo stesso vale per forme inorganiche di cromo, rame, nickel, stagno e vanadio, che puoi trovare sulle etichette di molti multivitaminici sul mercato.
Un’altra fonte di esposizione ai metalloestrogeni per milioni di consumatori sono gli antitraspiranti con alluminio ( Greenmedinfo )

Il tuo deodorante contiene parabeni e altre pericolose sostanze chimiche?

Evitare i parabeni e gli altri pericolosi ingredienti chimici richiede una buona conoscenza delle etichette e la capacità di leggerle e comprenderle.
Ecco, come esempio, un elenco di alcune delle sostanze chimiche più comuni presenti nei normali deodoranti.
Se il tuo deodorante contiene questi ingredienti, buttalo via.
Alluminio
I normali deodoranti contengono alti livelli di sali di alluminio. Questo da solo già basta per rendere un deodorante poco sano, soprattutto per noi occidentali, che radiamo le ascelle, assorbendone quindi tutte le sostanze nocive. L’alluminio è anche stato associato al morbo di Alzheimer.
Parabeni
I parabeni possono essere indicati sulle etichette come: parabeni di metile, etilparabeni di propile, di butile, parabeni di isobutile o E216. Spesso il nome sull’etichetta è in inglese (es. metil parabens)
Glicole propilenico
E’ stato trovato in migliaia di prodotti cosmetici. È anche un ingrediente utilizzato nel liquido dei freni, quindi non è affatto sorprendente che potrebbe causare anomalie del fegato e danni renali.
Fragrance
Si trova in molti deodoranti. Anche se può sembrare innocuo, dovrebbe essere evitato in quanto può causare allergie e problemi polmonari.
Fai attenzione alle etichette dei prodotti reclamizzati come “Naturali”, perchè anche questi spesso contengono pericolosi additivi chimici, inclusi i parabeni. Leggi l’etichetta in ogni caso e assicurati che almeno non ci siano gli ingredienti che ti ho mostrato.
Nel caso dei deodoranti, un’opzione può essere anche quella di eliminarli completamente. Usa semplicemente acqua e sapone. Per un’addizionale protezione dagli odori, prova ad aggiungere del bicarbonato all’acqua. 
la nostra cosmesi è sicura, priva di additivi chimici, o fluoro. Dentifricio, shampoo, bagnoschiuma, sapone, tutto naturale al 100 % 









CARRELLO


Fonti:   http://www.energytraining.it/40-donne-con-cancro-al-seno-avevano-questi-ingredienti-cosmetici-nei-propri-tessuti/ 

lunedì 27 luglio 2015

Germanio sesquiossido nei funghi e vegetali

Germanio contenuto in natura il sesquiossido






                                                               


                                                      
                                                 IL GERMANIO SESQUIOSSIDO



Germanio Sesquiossido, o tecnicamente, Bis-Beta Carboxietil Germanio, o più semplicemente, Germanio 132.
Il Ge-132 o Germanio Organico, nella forma di sesquiossido (GeCH₂CH₂COOH)₂O₃, è un elemento raro e derivato da funghi e vegetali, ha forma cristallina con struttura reticolare formata da un ponte Ge-O-Ge, e parzialmente solubile in acqua. Ha azione antiossidante e antiproliferativa, dando ottimi risultati su patologie importanti come l'artrite reumatoide, allergie alimentari, ipercolesterolemia, candida, e alcuni tipi di cancro.
Il primo studioso che lo ha sintetizzato verso la fine degli anni ‘60, è il Dr. Kazuhiko Asai dell'Università Tohoku, Sendai, in Giappone, analizzando la composizione del fungo Reishi (Ganoderma Lucidum), tradizionalmente considerato il fungo di lunga vita, ricchissimo di Germanio.
Non va confuso con il Germanio Inorganico (di origine minerale), che ha dato in passato innumerevoli problemi
Gli alimenti che lo contengono naturalmente sono: Fungo Reishi, Fungo Shiitake, Aglio, Funghi in genere, Broccoli, Cipolla, Aloe Vera, Ginseng, Semi, Latticini, Crescione d'acqua, Orzo perlato. Da noi, è l'Aglio a contenere più Ge-132 in assoluto.
Azione
Il Ge-132 agisce come:
-attivatore del sistema immunitario, funzione principale di questo elemento;
-trasportatore di molecole di O₂, in tessuti e cellule;
-depuratore di radicali liberi.

Si accoppia agli elettroni derivanti dalla rottura di legami carbonio-idrogeno, rendendo disponibile l'ossigeno alle cellule e favorendo l'eliminazione degli elettroni spaiati. Aiuta le cellule immunitarie, fornendo ATP e ossigeno. Ha azione neuro modulante, analgesica, per inibizione degli enzimi che degradano le endorfine. Protegge anche dall'accumulo di sostanza amiloide.
Meccanismo d'azione
A quanto sembra, l'attività antiproliferativa è dovuta alla sua azione di stimolatore del sistema immunitario, stimolando le cellule natural killer (NK), i linfociti T citotossici, e la produzione di interferone. La sua azione immunostimolante si attua innanzitutto con l'aumento dei livelli di interferone gamma, con il picco dopo 24 ore dalla somministrazione orale, ed è direttamente proporzionale al dosaggio. Il dato interessante e che l'interferone gamma indotto dal germanio è simile a quello prodotto dal corpo umano, con azione antivirale. Attiva le cellule NK e potenzia l'attività e il numero dei macrofagi. Quest'ultimo meccanismo è stato dimostrato in vivo su cavie con cancro inoculato con cellule FM3, dando una sopravvivenza superiore del 50%. Ma anche con cellule cancerogene di polmone e di adenocarcinoma tipo Walker, dando risultati incoraggianti sull'inibizione del tumore originale e delle metastasi.
Inoltre, il Ge-132 aumenta l'ossigenazione a livello tissutale, la produzione di anticorpi IgG e IgM e migliora il controllo sul dolore.
È assorbito a livello del duodeno e non importa se si somministra prima o dopo i pasti. La sua concentrazione ematica trova il suo picco dopo circa 3 ore dalla somministrazione, distribuendosi con densità maggiormente nella tiroide. Dopo circa 4 ore il picco si dimezza della metà, trovando valori di Ge-132 nei reni e nella vescica. Si trovano sue quantità nei reni, nel pancreas, nella prostata e nei testicoli tra le 6 e le 12 ore dalla somministrazione. Il 100% del germanio viene eliminato dopo 24 ore dalla somministrazione, mentre nelle prime 3 ore viene espulso a livello renale e in parte attraverso le feci. Non lascia residui nemmeno dopo un anno dal suo utilizzo.
Precauzioni
Evitare l'assunzione da parte dei bambini, in gravidanza e allattamento, persone con problemi renali (ma non è stato associato a nessuna complicazione renale), o in abbinamento a farmaci nefrotossici.
Effetti secondari e tossicità
Potrebbe dare nausea, diarrea ed eruzioni cutanee.
Risulta utile come:
-protettivo nei casi di ipossia
-eliminatore dei metalli pesanti
-aiuto nelle patologie respiratorie
-regolatore del sistema immunitario
-miglioratore dell'ossigenazione cerebrale e dei tessuti (utile nello sport)
-attivatore dell'interferone
-antiossidante
E nel caso di: acufeni, vertigini, arteriosclerosi, demenza senile, sindrome di Alzheimer, herpes zoster, immunodeficienza, infezioni virali, infiammazioni.

Dosaggio
Non esiste un dosaggio standard, anche se in alcuni studi sono state usate dosi fino a 100 mg per kg di peso, al giorno. Di norma, si utilizzano da 50 a 250 mg/die, ma molto dipende dalla gravità della malattia, mentre in disturbi di secondaria importanza si utilizzano da 50 a 100 mg/die.
Avviso ai lettori: le nozioni contenute in questo articolo non sono un consiglio medico, ma tratta solo di informazioni derivate da studi e testi specializzati. Pertanto queste nozioni non hanno lo scopo di diagnosticare o fare prescrizioni per patologie mediche o psicologiche, né sostengono o pretendono di prevenire, trattare, mitigare o guarire tali condizioni. Non si forniscono diagnosi, cura, trattamenti o riabilitazione di persone, né si applicano principi medici, di salute mentale o di sviluppo umano, salvo dove diversamente descritto. Per un parere medico o altre informazioni, consultate uno specialista in medicine naturali, agopuntura, ecc.

                                                             



RG e GL sono composti con la migliore selezione di sei tipi di funghi ganoderma red reishi , grazie al al brevetto della Dxn ad aria fredda viene ottenuto l'estratto che è ricchissimo di principi curativi  e di tutti i valori  nutritivi, a differenza di molte aziende che usano solo alcune sostanze di quel che rimane dalla lavorazione.

LA DIFFERENZA TRA RG e GL Ganoderma Lucidum  






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